Perché litighiamo?
Crescendo questa è diventata una delle domande che mi pongo forse più frequentemente, o meglio, che pongo agli altri.
Come mai le uniche persone in grado di dialogare serenamente sembrano essere quelle di una certa età?
A mio avviso negli anni ogni persona ha una propria esperienza personale con quello che è lo scontro, principalmente basata sul proprio carattere e sul livello di sicurezza che si ha in se stessi.
Sempre basandomi sulla mia esperienza personale, le persone con cui ho dovuto avere a che fare appartengono ognuna ad una categoria specifica differente, ma facilmente riconoscibile. Un po’ da come parlano, da come digitano – spesso frettolosamente e senza troppo pensare a cosa realmente stanno buttando nero su bianco – o in generale da come affrontano la situazione.
Inutile negare che spesso l’unico interesse è avere ragione. Per alcune persone non c’è bisogno di pensare e ragionare sull’accaduto, riflettere se forse l’errore è stato nostro, basta far sapere che tu sei dalla parte del torto e che noi, scusa, non lo chiederemo mai. Mai.
C’è poi chi non perde tempo ad iniziare una discussione, animato da un fuoco che probabilmente è sempre a fiamma bassa – ma presente – e che alla prima occasione non vede l’ora di alimentare il gas.
Come gli piace litigare.
E’ una scarica di adrenalina e diranno qualsiasi cosa pur di farti sentire in colpa, non importa se il tutto sia nato perché hai dimenticato la luce del bagno accesa o perché gli hai sfasciato la macchina, ogni occasione è da prendere al volo.
Fortunatamente esistono anche coloro che sono dalla parte dell’estintore, con lo scopo di domare le altre fiamme e riuscire a riportarle ad una dimensione normale, se non ad estinguerle completamente.
Sono spesso soggetti intelligenti, a cui il confronto non fa mai troppo piacere e nel quale non vedono nessuno scopo, preferiscono parlare e ragionare e io non posso fare a meno di ringraziare che esistano, per quanto rari.
Infine c’è chi compra i pop corn, li piazza in una pentola sopra al fuoco e aspetta, osservando quello che accade, ascoltando.
Crescendo io ho sempre fatto la parte dei pop corn invece.
Non ho mai capito l’origine delle urla, delle cattiverie, delle parole sussurrate all’orecchio, degli scherni, ma ne sono sempre rimasta scottata, se non bruciata, per poi finalmente crescere.
L’adolescenze sotto questo punto di vista è un trauma.
Non ho mai capito come da piccole tenere bambine le mie amiche dell’asilo e delle elementari siano poi cresciute in delle stronze prive di ogni empatia ed interesse per i sentimenti del prossimo. L’unico interesse alle medie sembra identificarsi con il piacere agli altri, avere un gruppo di amiche simili a te e ignorare e denigrare chiunque non si omologhi e non riesca a stare al passo.
Inutile dire che io non solo non stessi al passo, ma avevo letteralmente dei blocchi di cemento alle caviglie che mi impedivano anche solo di provarci.
Finalmente cresci, diventi più sicura di te, i litigi diminuiscono sempre di più perché i pochi neuroni che si usavano ai tempi delle medie vengono sfruttati e usati per riuscire a dialogare. Ripeto – importante – dialogare.
Ci voleva tanto?
A meno che il motivo di un litigio non sia che hai trovato la tua migliore amica che ballava la samba a letto con il tuo ragazzo (e simili), sono sempre dell’idea che per le cose più banali non ci sia bisogno di scannarsi.
Basta. Superati i 16 anni l’uomo con un Q.I nella media dovrebbe essere dotato di un minimo di maturità, è in grado di avere un dialogo, di spiegare perché qualcosa lo ha infastidito, ascoltare l’opinione dell’altra persona e risolvere la questione parlando.
Cominciando con: “Non ho trovato corretto che… per quale motivo ti sei comportato così?”
Oppure: “mi dispiace per quello che ho detto/fatto, pensavo che.. ho sbagliato”
Ammettere le proprie colpe, sempre. Essere orgogliosi, possibilmente mai. Voler litigare e sminuire una persona per il semplice gusto di farlo, sbagliato, non porta a niente.
Chiaramente il mio pensiero non è applicabile ad ogni situazione esistente, i motivi di un litigio possono essere infiniti e vari, ma sono anche grande fonte di stress, insicurezza, tristezza e se quando è possibile decidiamo di scegliere la maturità all’orgoglio per limitare i danni, per me sarà sempre la scelta più giusta.
Blog bellissimo…complimenti…ho passato in lettura differenti articoli e posso dire…che sei una fantastica padrona di casa…brava brava brava
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Ti ringrazio moltissimo! 🙂
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Ringrazio io te e certamente tutti quelli che ti seguono…non è facile comunicare…scrivere tante cose che si fanno condividere…e non inserire in quello che si scrive…cose banali…mi piace la naturalezza…mi piace lo stile in cui narri gli eventi e gli argomenti nonostante siano comuni – alcuno stra usati – sono cosi bene affrontati ..che sanno di nuovo.
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Perché si litiga? Argomento da mistero delle fede. Ho la mia teoria. Solitamente sbraita il più debole. Debole in termini di argomenti – debole mentalmente – debole per eccesso di stato d’animo che è un-ammissione di colpevolezza a se stesso – ma da negare a chi ha ragione ma pur di non ammetterlo cerca di zittirlo. Scenario ok 0 mondo. Litiga in modo animato chi non riesce a gestire la pressione qualunque sia la derivazione…litiga perché non regge. Credo che alla base del litigio o di atteggiamenti aggressivi ci sia questa incapacità cronica di affrontare. È una mia idea certamente non vorrei risultare presuntuoso ma ritengo che chi non è capace di parlare…democraticamente e nel rispetto di tutti ( ricordo che nel concetto di scontro si cela il sottoconcetto di proporre un parere contrario quindi la sorgente del costruire) non sa vivere dunque chi non sa parlare.
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È saltata l ultima parte …chi non sa parlare non sa vivere…
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grazie, apprezzo il tuo pensiero!
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